La Città di Jato

La città di Jato

La città di Iato

Pochi resti di strutture a fondi di capanne, rinvenute nell’area del tempio di Afrodite e nella Agorà, sono da riferire al periodo protostorico indigeno, caratterizzato dalla presenza di ceramica a decorazione piumata dello stile di Cassabile (1000-800 a.C.) e di ceramica locale a decorazione incisa o impressa, dello stile di Sant’Angelo Muxaro-Polizzello, o a decorazione geometrica dipinta.

Verso la metà del VI secolo a.C., grazie all’abbondante ceramica d’importazione rinvenuta in associazione con quella locale sono documentati i primi rapporti con il mondo greco coloniale, avvenuti probabilmente all’interno della città di un gruppo di popolazione greca. Al 550 a.C. circa risalgono infatti la costruzione del Tempio di Afrodite che, dal punto di vista architettonico, richiama coevi edifici sacri del mondo greco-occidentale ed una casa con cortile di tipo greco, distrutta nei primi decenni del V secolo a.C. Nell’area dell’agorà si sono poi individuati, al di sotto di strutture più recenti, i resti di altri edifici sacri e domestici databili dall’età tardo arcaica a quella classica. Verso la fine del IV secolo a.C., nell’ambito della rifiorita situazione economica dovuta anche all’intervento in Sicilia di Timo leone, la città fu interamente ricostruita secondo i canoni dell’urbanistica e dell’architettura greca; gli unici edifici rimasti i uso furono il tempio di Afrodite e l’edificio sacro costruito agli inizi del IV secolo a.C. nell’area dell’Agorà .

Del nuovo impianto urbanistico fanno parte le fortificazioni, la rete viaria, con un asse principale costituito da una strada lastricata che tagliava la città in senso Est-Ovest e di cui sono visibili numerosi tratti, edifici pubblici di rilievo, come il teatro e l’agorà , quartieri residenziali costituiti da case signorili con ambienti disposti intorno a cortili con peristilio. Gli edifici di età ellenistica continuarono ad essere in uso nel periodo romano-repubblicano, mentre durante la prima età imperiale ebbe inizio un periodo di decadenza e molti di essi andarono in rovina; alcune abitazioni private furono edificate sul teatro e sull’agorà e crollarono poi alla metà del V secolo d.C., probabilmente a causa delle distruzioni dovute all’invasione dei Vandali del 440 d.C.

Il periodo bizantino e documentato finora solo attraverso monete, ceramiche e oggetti di bronzo, come l’età araba, per il quale mancano tuttora resti architettonici e monumentali; poche anche le strutture relative all’età normanna, a cui si riferiscono invece molti materiali ceramici ed una notevole quantità di monete, mentre risulta meglio documentato il periodo svevo; ad esso possono attribuirsi i resti di numerose abitazioni, costruite frettolosamente con materiali di reimpiego, e alcune aree cimiteriali, nei pressi delle abitazioni, in cui sono stati attestati sia il rito musulmano che quello cristiano.